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Il progetto
La pandemia da Covid-19 è stata un evento altamente stressante che ha stravolto la quotidianità delle famiglie. In particolare i genitori si sono trovati a fare i conti con la crescita dei figli in completa solitudine, specialmente quei nuclei dove era presente un minore che stava accedendo al delicato periodo del ciclo di vita della preadolescenza. Nel corso degli anni della preadolescenza e dell’adolescenza i ragazzi infatti sono chiamati ad affrontare importanti cambiamenti fisici e psichici che richiedono una profonda ristrutturazione identitaria. Allo stesso modo i genitori devono andare di pari passo, cambiando le modalità con cui svolgono il proprio ruolo genitoriale adattandosi alle nuove acquisizioni dei figli.
L’esperienza della pandemia ha però comportato un elemento di rischio significativo sia per i figli sia per i genitori: la solitudine. In particolare nel corso di questi ultimi due anni è risultato estremamente evidente quanto i genitori abbiano perduto quelle reti formali e informali che garantivano supporto e condivisione necessari a fronteggiare le difficoltà che le sfide della crescita dei figli solitamente portano con sè. Il nostro intento è quello di garantire una risposta alla sempre più esplicita necessità dei genitori di avere uno spazio fisico tangibile e psichico dove poter godere di un confronto e un sostegno rispetto al ruolo della genitorialità: un contesto che preveda uno scambio tra madri e padri per riflettere sui propri ruoli e sulle modalità educative da mettere in campo nella relazione con i figli preadolescenti. Perseguire questo obiettivo significa per noi contrastare il rischio sempre più evidente che vede i genitori dismettere il proprio ruolo, lasciando i ragazzi e le ragazze soli ad affrontare le criticità che incontrano nella loro vita quotidiana. Crediamo che uno degli ultimi baluardi che porta con sè la capacità di attivare questi processi, come attivatore e come catalizzatore degli stessi, possa essere la scuola e da qui vogliamo ripartire. Da un’istituzione che, oltre ad essere un ente di formazione e istruzione, ha la delicata responsabilità e dall’altra parte la grande opportunità di fornire uno spazio di incontro e di crescita sicuro. Quanto descritto è stato toccato con mano nel lavoro da noi svolto nel corso di questi anni di pandemia. In particolare, come Anagramma Psicologi, abbiamo riscontrato tale bisogno nel contesto di Arese nel lavoro svolto nelle istituzioni scolastiche con il progetto "Rielaboratoriamo", realizzato grazie al contributo della Fondazione Nord Milano. Nello specifico nel lavoro svolto è emersa, da parte dei genitori, una richiesta di consigli pratici sulla genitorialità, un aiuto a comprendere alcuni fenomeni riguardanti i figli (es. internet, relazioni, comportamento, affettività, confini, scuola, orientamento...). Da qui vogliamo osare proponendo un progetto che non sia solo “un ciclo di formazioni”, ma una scuola vera e propria per i genitori. Con il nostro progetto non abbiamo la superbia di insegnare come si fa il genitore oggi, ma il nostro intento è quello di realizzare un intervento innovativo che fornisca ai genitori gli strumenti per costruire la propria genitorialità in maniera più consapevole. Nella proposta di far tornare gli adulti fisicamente sui banchi di scuola dei figli, il meta obiettivo che ci proponiamo è anche quello di riattivare delle reti sociali (che si sono estinte con la pandemia ad es. associazione genitori della scuola). Queste reti rimarrebbero poi in essere sul territorio e garantirebbero nel tempo la trasmissione di competenze e risorse alle nuove generazioni di genitori di preadolescenti che entreranno nella scuola media.